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Il nome completo di Felix Mendelssohn, compositore e direttore d'orchestra, è Jakob Ludwig Felix Mendelssohn Bartholdy.
Nato ad Amburgo il 3 Febbraio 1809 in una famiglia ebraica molto ricca e colta, ebbe, come i suoi tre fratelli, una educazione umanistica e musicale accurata.
Suo padre, un banchiere e il nonno il famoso filosofo Moses Mendelssohn, per superare i problemi dell'antisemitismo diffuso in quegli anni in Germania, nel 1819 adottano il secondo cognome Bartholdy da un parente battezzato. 
Battezzati a loro volta, divennero cristiani protestanti. 
Felix Mendelssohn appassionato di musica, imparò a suonare il piano da sua madre già a sei anni e, non potendo frequentare le scuole pubbliche perchè ebreo, ebbe precettori privati scelti dalla facoltosa famiglia fra i migliori cervelli dell'epoca.

Oltre al pianoforte Felix Mendelssohn studiò il violino, la viola, il clavicembalo e composizione, diventando una specie di bambino prodigio che a nove anni si esibiva in pubblico come pianista. 
Zelter maestro di Felix e anche consulente musicale di Wolfgang Goethe, quando il suo alunno dodicenne dimostra le sue doti eccezionali di precoce musicista, lo porta a Weimar e lo fa incontrare con il settantaduenne Goethe.
Tra il grande poeta e il musicista fanciullo nasce una sorprendente amicizia che coltivarono in modo epistolare per anni.
Tra i dodici ed i quattordici anni, Felix Mendelssohn compone Concerti per violino ed archi, Concerti per due pianoforti, Concerti per pianoforte e violino e dodici Sinfonie per archi. 
Luigi Cherubini, allora direttore del Conservatorio di Parigi, convince suo padre a lasciargli proseguire la carriera musicale, rinunciando al suo progetto di farne un uomo d'affari ed, a diciassette anni presenta il suo primo capolavoro, l'"Ouverture del Sogno di una notte di mezza estate".
Tornato a Berlino, nel 1926, Felix Mendelssohn si iscrive all'università, si specializza in direzione d'Orchestra riportando alla luce la musica di Johann Sebastian Bach, semi 
dimenticato, di cui dirige, nel 1829, un'esecuzione de "La Passione secondo Matteo".

Dal 1829 al 1832 Felix Mendelssohn viaggia in Inghilterra, Svizzera, Francia ed Italia, esibendosi come pianista, organista e direttore d'orchestra, eseguendo Mozart (il suo idolo con Bach), Haydn, Weber, Beethoven, Schubert ed altri grandi. 

Grazie alla fama acquistata con il suo lavoro, viene nominato direttore della musica a Düsseldorf , Responsabile del Festival di Colonia, nel 1934 e Direttore della della Gewandhaus di Lipsia, famosa istituzione concertistica, mentre lavora appassionatamente alla composizione.

Mendelssohn, dopo le lunghe tournèe in Europa, dove aveva conosciuto le personalità musicali più in vista, si stabilisce a Lipsia dove dove sposa Cecilia Jeanrenaud che gli darà cinque figli ed incontra Schumann, Clara Wieck e Chopin.

Sempre a Lipsia Felix Mendelssohn fonda un conservatorio, inaugurato nel 1843, del quale fu direttore, insegnante di pianoforte e di composizione, che divenne il centro della vita musicale tedesca. 

Pur avendo avuto una vita felice Mendelssohn, negli ultimi anni di vita, ebbe una salute piuttosto fragile che lo portò in una una grave forma di depressione alla morte della sorella Fanny nel maggio del 1847 e poi ad una serie di infarti che lo uccisero il 4 novembre 1847, a Lipsia, a solo trentotto anni.

Felix Mendelssohn fu sepolto nel Dreifaltigkeitsfriedhof (il Cimitero della Trinità) a Berlino. 

 

Franz Joseph Haydn nasce a Rohrau, in Austria il 31 marzo 1732 e muore a Vienna il 31 maggio 1809. L'imperatrice d'Austria Maria Teresa, amava sopra ogni altra cosa occuparsi personalmente del coro della Cattedrale di S. Stefano, di Vienna. 

Quando ella lamentò che la pura voce di soprano del quindicenne Franz-Joseph Haydn aveva cominciato a somigliare al canto di un galletto, il maestro del coro si affrettò a sostituire Joseph col fratello minore. F.J. Haydn era disperato, e forse avrebbe dato ascolto al maestro del coro che gli aveva suggerito il mezzo di rimanere per sempre un soprano, se non fosse giunto tempestivamente suo padre da Rohrau a impedirgli di divenire per sempre una delle voci bianche della cappella.  Haydn trascorse gli anni seguenti a suonare per le strade di Vienna, a dare lezioni di musica, a esercitarsi col violino in gelide soffitte, a studiare Bach sul suo sgangherato clavicembalo ed a comporre. A 29 anni, entrò al servizio della grande famiglia ungherese Esterhazy e per mezzo secolo visse come un uccello in una gabbia dorata.

Il mecenate di Haydn era il principe Nicola, il più ricco dei nobili del tempo e uno dei più preparato artisticamente; portava spesso un'uniforme con bottoni di diamante, ed era soprannominato "il Magnifico". In una palude terribilmente umida e battuta dai venti, a sud-ovest di Vienna, il Principe Nicola si fece costruire una favolosa residenza di campagna, che chiamò Hesterhazy. Era una specie di Versailles sul Danubio, coi suoi canali, i cervi nel grande parco, le grotte, due teatri (uno dei quali per l'opera), un coro di cappella, una sala da concerto e un'orchestra di 16 elementi.

Su questo principato musicale Haydn regnò come un re. Se Haydn oggi porta l'etichetta di "classico", nel suo tempo fu sovente considerato un avventato innovatore, con un'orchestrazione un po' troppo chiassosa. Sebbene non sia del tutto vero che egli fu "il padre della sinfonia", come è stato chiamato, più di ogni altro, però, Haydn contribuì a tenere la musica strumentale sullo stesso piano della musica vocale e a favorire l'ascesa della musica da camera al livello e alla complessità richiesta dalle grandi sale da concerto. La formazione di Haydn fu lenta. La sua opera migliore la scrisse che aveva già compiuto i 36 anni, l'età in cui morì Mozart.  Alcuni dei suoi lavori più avanzati in ordine di tempo come la sinfonia "Sorpresa" mantengono la freschezza e il vigore propri di un uomo molto più giovane. Molte delle sue composizioni riflettono il suo carattere: verso la fine della sua vita egli disse:"Ho appena appreso, nella mia tarda età, l'impiego degli strumenti a fiato, ed ora che li capisco, debbo andarmene da questo mondo".

Quando le truppe francesi occuparono Vienna, Napoleone volle che fosse disposta una guardia d'onore davanti alla casa di Haydn, ma il vecchio musicista non era uomo da lasciarsi adulare o addolcire, malato com'era, chiese di essere trasportato fino al pianoforte e suonò l'inno nazionale del suo paese dalla prima all'ultima nota.

 

Claude Achille Debussy, considerato l'iniziatore della musica moderna, nasce a Saint Germain en Laye il 22 agosto 1862. Nel 1869 inizia lo studio del pianoforte con l'italiano Cerutti e a soli 10 anni entra al Conservatorio di Parigi dove studia pianoforte e composizione.

Dopo due tentativi, nel 1884 il giovane Claude Debussy ottiene il "Prix de Rome" con la Cantata "L'Enfant Prodigue", premio che gli permette di venire in Italia. L'opera giovanile di Claude Debussy portano nella musica europea, fluidità e colori nuovi. Famosi restano "La damoiselle élue" (1888) e "Cinq poèmes de Baudelaire" (1889), dove si sente l'influenza di Richard Wagner, "Prélude à l'aprés-midi d'un faune" (1892), i "Nocturnes", "Quartetto d'archi" (1893) e molte canzoni e pezzi che si ispirano alle liriche di Verlain. Il 19 ottobre 1899 Debussy sposa Rosalie Texier, che abbandona nel 1904 per andare a vivere con Emma Bardac e nel 1905 nasce la figlia Chou-chou.  Nel 1905 Claude Debussy compone i tre movimenti sinfonici del famosissimo "La mer", "De l'aube à midi sur la mer" (Dall'alba al meriggio sul mare), "Jeux des vagues" (Giochi d'onde) e "Dialogue du vent e de la mer" (dialogo del vento e del mare). Debussy scrisse molta musica per pianoforte, per orchestra e per balletto utilizzando un suo stile particolarmente vario e fantasioso, leggero e sereno o veloce e incalzante, seguendo le emozioni ed immagini espresse.
Nel 1911 viene rappresentato il mistero "Le Martyre de Saint Sebastien" il cui testo è opera del poeta Gabriele D'Annunzio. Debussy espresse a meraviglia il clima poetico, raffinato e decadente, della Belle Epoque, finita con la prima guerra mondiale e che in Francia si era sviluppato verso la fine del secolo scorso, da Baudelaire in poi. Il 7 dicembre 1915 Claud Debussy viene operato di un tumore intestinale ed il 25 marzo 1918 muore a Parigi.

Claude Debussy considerato l'iniziatore della musica moderna e amatissimo dai suoi concittadini venne sepolto nel Cimitero di Passy mentre Parigi era sotto il tiro dei cannoni dell'esercito Prussiano.

 

Georges Bizet Alexandre César Léopold nasce il 25 ottobre 1838 a Parigi in una famiglia di musicisti, per questo sono probabilmente vere le supposizioni sulla sua precocità musicale.

L'educazione musicale di Georges fu inizialmente curata dalla madre che cominciò ad istruirlo da quando aveva solo quattro anni; a nove il padre cercò di farlo ammettere al Conservatoire de Musique di Parigi al quale non fu ammesso per la sua giovane età.

Affidato al pianista Antoine-François Marmontel, che riconosciuto l'enorme talento del piccolo Bizet, fece in modo che pochi giorni prima del suo decimo compleanno fosse finalmente ammesso a frequentare il Conservatorio. 
Georges Bizet, resta in conservatorio per una decina d'anni, studiando prima, sotto la guida di Zimmerman e di Gounod, poi, alla morte dell'anziano Zimmerman, sotto la guida di Halévy, aggiudicandosi numerosi premi di eccellenza in teoria, pianoforte, organo e composizione.

Nel 1857 il giovane musicista partì per Roma: aveva vinto il "Prix de Rome per la composizione" che gli dava diritto ad una borsa di studio di tre anni, da trascorrere prima a Roma e poi in Germania.

Dopo l'euforia per il successo della frizzante operetta "Le Docteur Miracle", accolta favorevolmente anche dalla stampa, Bizet iniziò a soffrire di crisi depressive che lo portarono a nutrire dubbi sul proprio valore artistico, che ritardarono la sua maturità musicale, condannandolo ad incertezze autolesionistiche. 

Georges Bizet utilizzò i tre anni del premio, certamente per studiare, ma anche per visitare l'Italia, affascinato da Roma, Napoli, Pompei, Firenze, e dal Capo Circeo, che ispirò alcune sue composizioni; al periodo romano risale l'opera di evidente ispirazione italiana "Don Procopio".
Nel 1860 terminato il soggiorno italiano, Bizet tornò a Parigi, dove lo aspettavano anni difficili.
 Compose, dal 1863, una serie di opere che furono accolte da una critica raramente benevola, come "I pescatori di perle" (Les pêcheurs de perles) e "La bella fanciulla di Perth" ( La jolie fille de Perth).

Georges Bizet si manteneva con l'insegnamento, arrotondando con lavoretti musicali saltuari, come l'accompagnamento durante le prove di opere e altri lavori. 
Pur essendo un pianista molto dotato, il musicista rifiutò sempre di suonare il pianoforte in pubblico per paura di compromettere l'attività di compositore, ma produsse la suite sinfonica "Roma" e "Jeux d'enfants", una raccolta di 12 pezzi per due pianoforti trascritti poi per orchestra.

Parallelamente al mancato successo da lui inutilmente inseguito, Bizet ha una vita sentimentale travagliata e, dopo tante avventure erotico-sentimentali di poco conto, incontra Geneviève Halévy, secondogenita del suo ex insegnante. 
L'ostilità della famiglia della ragazza (che vede in lui un bohémien, un artista senza avvenire), influisce sulla sua musica che registra i segni della crisi e del cambiamento. 
Finalmente nel giugno del 1869, Bizet sposa Geneviève, ma l'unione si deteriorerà in fretta a causa dell'instabilità mentale della ragazza e, nonostante la nascita di un figlio, Bizet attraversa un periodo professionalmente dispersivo: i progetti si accavallano e sfumano nel nulla.
Nel 1872 Georges Bizet pubblica l'opéra-comique in un atto "Djamileh", per la quale il compositore viene tacciato di wagnerismo, e le musiche da lui composte per L'Arlesiana (L'Arlésienne) di A. Daudet, furono un clamoroso insuccesso. 
L'indomabile musicista,dopo il susseguirsi di fallimenti, si concentra sul libretto scritto da Henri Meilhac e Ludovic Halévy, sulla base della novella di Prosper Mérimée: "Carmen", opera nella quale Georges Bizet ripone tutte le sue speranze e che doveva essere la sua ultima opera. 
Nonostante tenesse molto a questo progetto, forse per ragioni economiche, una volta completato il primo atto interruppe la composizione, per creare il "Don Rodrigue", da rappresentarsi all'Opéra-Comique di Parigi.

La sfortuna di Bizet in questo caso si presentò sotto forma di un incendio del teatro che impedì che l'opera fosse messa in scena.

Nel 1874 "Carmen", l'opera con cui si era realizzata la maturità artistica dell'autore, fu terminata e il pubblico poté assistere alla sua prima a Parigi il 3 marzo 1875.

La reazione degli spettatori, sconvolti dal forte realismo che portava in scena il fumo delle sigarette e un sordido accoltellamento, fu talmente fredda che l'autore cadde in una crisi dalla quale non si riprese. 

Infatti, il 3 giugno 1875, mentre si trovava nella sua residenza di campagna di Bougival, Georges Bizet morì per un attacco di cuore.

Ma "Carmen" era davvero un capolavoro,  in seguito, l'opera, affascinante per la ricchezza dell'invenzione musicale, le melodie morbide e sensuali, la duttilità dell'armonia, la leggerezza delle danze e degli elementi folkloristici, raccolse applausi in tutti i teatri del mondo.

 

Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini (Catania, 3 novembre 1801 - Puteaux, Francia, 23 settembre 1835), fu un compositore italiano, tra i più celebri operisti del primo Ottocento.

Le sue opere più famose e rappresentate sono "La sonnambula", "Norma" ed "I Puritani".

Dotato di una prodigiosa vena melodica, Bellini dedicò la sua breve vita alla composizione.

Il suo talento nel cesellare melodie della più limpida bellezza, conserva ancora oggi un'aura di magia, ma la sua originale personalità artistica non si lascia inquadrare entro correnti musicali o di costume.

Legato ad una concezione musicale antica, basata sul primato del canto, sia esso vocale o strumentale, il siciliano Bellini portò prima a Milano e poi a Parigi un'eco di quella cultura mediterranea che l'Europa romantica aveva idealizzato nel mito della classicità. 

Il giovane Wagner ne fu tanto abbagliato, da ambientare proprio in Sicilia la sua seconda opera, "Il divieto d'amare", presentando la purezza del canto belliniano a modello per gei musicisti tedeschi e tentando di seguirlo a sua volta.

Morì a meno di 34 anni a Puteaux, nei pressi di Parigi, fu sepolto nel cimitero Père Lachaise, vicino a Frédéric Chopin ed a Luigi Cherubini; nel 1876 la salma di Vincenzo Bellini fu traslata nel Duomo di Catania, sua città natale.

Opere:
"Adelson e Salvini" (12 Febbraio 1825 Teatro del Conservatorio di San Sebastiano, Napoli) 
"Bianca e Gernando" (30 Maggio 1826 Teatro San Carlo, Napoli) 
2a versione: "Bianca e Fernando" (7 Aprile 1828 Teatro Carlo Felice, Genova) 
"Il pirata" (27 ottobre 1827 Teatro alla Scala, Milano) 
"La straniera" (14 Febbraio 1829 Teatro alla Scala, Milano) 
"Zaira" (16 Maggio 1829 Teatro Ducale, Parma) 
"I Capuleti e i Montecchi" (11 Marzo 1830 Teatro La Fenice, Venezia)
"La sonnambula" (6 Marzo 1831 Teatro Carcano, Milano) 
"Norma" (26 Dicembre 1831 Teatro alla Scala, Milano) 
"Beatrice di Tenda" (16 Marzo 1833 Teatro La Fenice, Venezia) 
"I Puritani" (24 Gennaio 1835 Théâtre Italien, Parigi


 

Nato a New York il 26 settembre 1898, George Gershwin, il musicista più rappresentativo del Novecento musicale, dotato di innato talento, iniziò la sua carriera giovanissimo scrivendo le prime canzoni già a 17 anni.

Nel 1916 compone uno dei suoi folgoranti capolavori "When you wan'em you cant' got'em" e scrive canzoni e motivi nuovi per la casa editrice Remick.

Nel frattempo lavora come pianista accompagnatore della cantante Louise Dresser e per alcuni spettacoli. 

George Gershwin scrive canzoni nella ormai mitica Tin Pan Alley la ventottesima strada dove nacquero tutte le folk song americane e dove lavoravano artisti del calibro di Irvin Mills, Jerome Kern e tanti altri), un mestiere che gli permette di farsi conoscere in vari ambiti e che gli ha fatto scrivere decine di canzoni indimenticabili. 

Nel 1918 George Gershwin pubblica "Half past eight" e nel 1919, "La Lucille".
Con la bella "Swanee", cantata da Al Jolson, diviene famoso e iniziala sua lunga carriera a Broadway, per sfondare poi ad Hollywood.

"Lady Be Good" (1924) è la sua prima opera di grande fama, da cui trae idee per "Porgy and Bess", cui seguono "Oh Kay!" (1925), "Funny Face" (1927), "Strike Up The Band" (1930) e, nel 1934, l'ormai storico standard "I got rythm", lavori musicali che lo fanno conoscere al grande pubblico.

Nel 1928, George Gershwin rappresenta a Parigi "Concerto in fa" e riscuote grande successo che aumenta con la presentazione del celebre poema sinfonico "An American in Paris" e di "Rhapsody in Blue" commissionatagli da Paul Whiteman per dare all'America una musica nazionale.

A seguito dei successi europei, il Metropolitan di New York, nel 1930, gli commissiona un'opera che scrive in 5 anni "Porgy and Bess" che si rivela un altro capolavoro assoluto.

Nel 1932 un soggiorno all'Avana gli ispira la splendida "Overture Cubana" dove il compositore attinge a piene mani dalla musica popolare delle Antille. 

George Gershwin si spegne a soli 39 anni il 17 agosto 1937 a Beverly Hills dove si era trasferito alcuni anni prima per seguire più agevolmente la sua produzione di colonne sonore per il cinema.
"I Puritani" (24 Gennaio 1835 Théâtre Italien, Parigi


 

Gustav Mahler nacque a Kalist (Boemia) il 7 luglio 1860 da genitori ebrei poveri, iniziò lo studio della musica a 5 anni e crebbe a Iglau (Moravia).

All’età di quindici anni entrò nel conservatorio di Vienna, dove studiò pianoforte e composizione, ottenne vari premi e finì gli studi nel 1878.
Dal 1880 fu direttore d'orchestra e "Kapellmeister" a Hall, Lubiana, Olmütz, Kassel, Praga, Lipsia e, nel 1888, divenne direttore del Teatro Reale dell'Opera a Budapest. 

Dal 1891 fu primo direttore d'orchestra ad Amburgo e nel 1897 fu chiamato all'Imperial Regio Teatro dell'Opera di Vienna diventandone presto il direttore. 

I dieci anni della sua direzione (fino al 1907) sono considerati gli anni più brillanti nella storia gloriosa di questo teatro.

Dopo le sue dimissioni si impegnò quale direttore ospite presso la Metropolitan Opera House a New York (due stagioni) e più tardi assunse la direzione della Philharmonic Orchestra di New York in uno straordinario crescendo di notorietà, legata anche alle sue opinioni moderne in merito ai criteri interpretativi.

L' ininterrotta attività di direttore d'orchestra lasciò a Mahler pochissimo tempo da dedicare alla composizione alla quale erano dedicati i mesi di vacanza. Per questo creò le sue migliori opere in montagna sull'Attersee", sul Wörthersee" e dal 1908 a Dobbiaco.

Le frequenti tournée di concerti, per dirigere le proprie opere, lo portarono in giro per l'Europa nei più famosi teatri delle capitali e fu proprio durante una di queste tournèe che si ammalò gravemente e, tornato a Vienna, vi morì il 18 maggio 1911.

Molte opere di Gustav Mahler sono andate distrutte o perdute, ma ci rimangono:

- "Sinfonie I - IX"
- "X. Sinfonia" (frammento)
- "Das klagende Lied"
- "Das Lied von der Erde"
- "Lieder eines fahrenden Gesellen"
- "Canzoni da "Des Knaben Wunderhorn"
- "Kindertotenlieder"
- "Rückert-Lieder" 


 

Sergei Prokofiev, nato a Sontsovka nel 1891, è uno dei più grandi compositori russi del Novecento.

Dopo aver studiato al Conservatorio di Pietroburgo, nel 1918 inizia a viaggiare, tra Europa e Stati Uniti entrando in contatto con personalità come Diaghilev, Stravinskij e musicisti appartenenti a correnti d'avanguardia inclini al politonalismo (Honegger, Milhaud, Auric, Roussel etc.) e all'espressionismo in voga in quegli anni.

Nel 1923 torna in Russia per partecipare attivamente al processo di trasformazione sociale e culturale del suo paese, ma viene accusato di formalismo dal miope apparato burocratico sovietico di Stalin e, per forza di cose, nei dieci anni che rimase nell'Unione Sovietica, il senso estetico di Prokofiev si affievolì, da posizioni d'avanguardia ad un andamento melodico più vicino ai desiderata dell'intellighenzia politica del momento.

Considerato come uno dei massimi musicisti del secolo scorso, Prokofiev vanta una prodigiosa tecnica compositiva progressivamente elaborata sui modelli proposti da Liszt, Ciaikovskij, Stravinskij, Ravel, Debussy e Honegger mantenendo una originalissima vena ironica, sarcastica e persino grottesca propria di una eclettica personalità artistica.

Di Prokofiev ricordiamo i 5 concerti e le 8 Sonate, l'avveniristica Suite Scita (1916) l'ossessiva "Seconda", "Terza" e "Quarta Sinfonia" e le colonne sonore per i film "Alexander Nevskij" e "Ivan il Terribile" del famoso regista del muto Eisenstein.

Prokofiev morì a Mosca nel 1953.

 

Giacomo Puccini, il più importante compositore italiano della generazione post-verdiana, nacque a Lucca il 22 dicembre 1858 da una famiglia di musicisti: da molte generazioni i Puccini erano Maestri di cappella del Duomo di Lucca. 

Dopo la morte del padre, quando aveva solo cinque anni, fu mandato a studiare presso lo zio Fortunato Magi, che lo considerava un allievo non troppo dotato e scarsamente disciplinato. 

Dal 1880 al 1883 studiò al conservatorio di Milano, dove fu allievo di Amilcare Ponchielli e Antonio Bazzini. Tra le composizioni di questi anni spiccano un Preludio Sinfonico e un Capriccio Sinfonico scritto come saggio di diploma nel 1883.

Durante questo periodo milanese fu assiduo frequentatore di teatri e tramite la mediazione di Catalani entrò in contatto con Arrigo Boito, Franco Faccio, Marco Praga e gli ambienti della scapigliatura.
 
Puccini partecipò al concorso per opere in un atto indetto dall'editore Sonzogno nel 1883 con "Le Villi", su libretto di Ferdinando Fontana. L'opera non vinse il concorso, ma nel 1884 fu rappresentata con il titolo originale "Le Willis" al Teatro dal Verme di Milano sotto il patrocinio dell'editore Giulio Ricordi, concorrente di Sonzogno.

Rincuorato dal successo di "Le Villi", Ricordi commissionò una nuova opera al duo Puccini-Fontana, destinata questa volta al Teatro alla Scala, ma "Edgar" (1889) non ebbe successo, e nei decenni successivi sarà radicalmente rimaneggiata da Puccini.

Nel 1891 Puccini si trasferì a Torre del Lago: ne amava il mondo rustico e lo considerava il posto ideale per coltivare la sua passione per la caccia e per le baldorie tra artisti. Di Torre del Lago il maestro fece il suo rifugio, facendosi costruire la villa che andò ad abitare nel 1900 e qui furono composte le sue opere di maggior successo.

Il primo grande successo internazionale giunse a Torino nel 1903 con "Manon Lescaut" (libretto di D. Oliva), la terza opera di Puccini che segnò l'inizio della collaborazione con i librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, i quali scriveranno poi i libretti delle successive opere più famose e rappresentate del teatro pucciniano.

" La Bohème" (Torino 1896, basata su una trama di Henry Murger), è forse l'opera più celebre di Puccini e tra le migliori del panorama operistico romantico.

Con "Tosca" (1900) Puccini sfocia nel melodramma storico a forti tinte che venne accolto con favore dal pubblico romano, mentre la successiva "Madama Butterfly" (Milano 1904, basata su un dramma di David Belasco) fu un solenne fiasco alla Scala che solo dopo alcuni rimaneggiamenti diventa, in seguito, un nuovo grande successo al Teatro Grande di Brescia.

Seguirono 6 anni di pausa durante la quale Puccini lavora ad un'enorme quantità di progetti abortiti, talvolta abbandonati ad uno stadio di composizione avanzato, infine, dopo viaggi e riflessioni, ricominciò a concludere le sue composizioni nel 1910.

La passione per l'esotismo da cui era nata "Madama Butterfly" spinge sempre più il musicista a confrontarsi con il linguaggio e gli stili musicali internazionali dell'epoca, nasce così "La fanciulla del West", un western ante-litteram, rappresentata per la prima volta al Metropolitan Opera di New York nel 1910 e nel 1917 "La Rondine", concepita come operetta e nata come curioso ibrido tra operetta e melodramma.

L'eclettismo di Puccini si manifesta pienamente nel Trittico, rappresentato in prima assoluta a New York nel 1918. I tre pannelli, ciascuno della durata di un atto, presentano caratteri completamente diversi l'uno dall'altro: tragico e verista "Il tabarro", elegiaca e lirica "Suor Angelica" e comico "Gianni Schicchi".

Delle tre "Gianni Schicchi" fu subito la più popolare, mentre "Il Tabarro" inizialmente giudicata inferiore, guadagnò col tempo il favore della critica. "Suor Angelica" fu invece la preferita dell'autore. Concepite per essere rappresentate insieme, le tre opere che compongono il Trittico sono oggi il più delle volte rappresentate singolarmente, abbinate a opere di altri compositori.

Puccini compose 12 Opere, molte pagine corali, tra cui una Messa e un Requiem, liriche per canto e pianoforte e varie composizioni strumentali.

L'ultima opera, "Turandot", iniziata nel 1920 rimase incompiuta, interrotta dalla morte di Puccini quando mancava soltanto il finale dell'ultimo atto: il compositore morì a Bruxelles il il 24 novembre 1924, per sopraggiunte complicazioni durante la cura di un tumore all'esofago. 

La morte di Puccini fu un lutto per l'Italia intera e per tutti i suoi sostenitori sparsi nel mondo. Inizialmente il compositore venne seppellito a Milano, ma nel 1926 il figlio Antonio fece trasferire le sue reliquie a Torre del Lago in una piccola cappella privata della villa sul lago dove Puccini aveva composto i suoi capolavori.

Le ultime due scene della "Turandot" furono terminate da Franco Alfano, ma la sera della prima rappresentazione il maestro Toscanini interruppe l'esecuzione là dove il maestro l'aveva interrotta, con la morte di Liù. 

Nel 2001 Luciano Berio compose un nuovo finale basato sul medesimo libretto e sugli appunti di Puccini.

 

Sergej Vasilyevich Rachmaninov (o Rachmaninoff), nato a Novgorod, (Russia) il 1 aprile 1873 è stato un famoso compositore, pianista e direttore d'orchestra russo naturalizzato statunitense. Amava considerarsi soprattutto un compositore, piuttosto che un pianista.

Nato nella tenuta di famiglia ad Oleg, Sergei visse fin dalla prima infanzia circondato dalla musica, infatti sia il padre che il nonno suonavano spesso il pianoforte ed a sei anni, Rachmaninoff ebbe la prima lezione di pianoforte con Anna Ornatsky, del conservatorio di San Pietroburgo.

Impressionata dalla naturale abilità del piccolo Rachmaninov al pianoforte, l'insegnante nel 1881, lo raccomandò per una borsa di studio allo stesso conservatorio. Allo studio, tuttavia, il giovane Sergei preferiva, come tutti i ragazzi della sua età, semplici giochi di città, che consistevano prevalentemente nel saltare da un tram all'altro.

In seguito a problemi di natura economica della famiglia, Rachmaninov fu mandato al Conservatorio di Mosca dove divenne un allievo di Nikolai Zverev.

Presso Zverev si tenevano appassionanti serate musicali alle quali partecipavano molti musicisti russi dell'epoca ed il compositore Piotr Tchaikovsky, con cui Rachmaninov strinse subito una forte relazione e dal quale fu notevolmente influenzato.

Il conservatorio di Mosca offrì a Rachmaninov la prima possibilità di esprimersi come compositore, sotto le direttive di Sergei Taneyev e Anton Arensky, poté approfondire la tecnica del contrappunto e dell' armonia ed iniziare a scrivere alcuni pezzi per pianoforte solista ed alcune canzoni oltre le prime composizioni. Di queste le migliori risulteranno essere il tone poem "Prince Rostslav" e il "Primo Concerto per Pianoforte".

La nuova necessità del comporre mostrata da Sergei sconvolse Zverev che vedeva ciò come uno spreco del talento espresso fino ad allora sulla tastiera. Maestro ed allievo non giunsero mai ad un accordo e Rachmaninoff si trasferì nella classe del cugino Alexander Siloti dove, dimostrando una grandissima abilità al pianoforte ed anticipando i tempi di un anno, si laureò nel 1891.

Rachmaninov proseguì gli studi ed un anno più tardi si laureò anche in composizione portando all'esame un'opera intitolata "Aleko" che scrisse in quindici giorni, ottenendo il massimo dei voti.

In poco tempo, dopo la laurea, scrisse il "Preludio in Do Diesis Minore", opera alla quale rimarrà legato per tutta la vita.

Nel gennaio 1895 Rachmaninov iniziò a pensare alla sua "Prima Sinfonia" un grande lavoro orchestrale, che venne conclusa in otto mesi di lavoro.

L'opera, rappresentata a San Pietroburgo nel 1897 si rivelò però un disastro e il giovane Sergei ne rimase pressoché distrutto e addossò la responsabilità del fiasco al maestro Glazunov che aveva diretto la rappresentazione (sembra che lo stato di ubriachezza di Glazunov non fosse solo un pettegolezzo ).

Negli anni seguenti Rachmaninov ottenne una posizione di rilievo nel mondo musicale, conducendo, per un teatro privato di Mosca gestito da Savva Mamontov, rappresentazioni di Gluck, Serov, padre del pittore Valentin, Bizet, di cui diresse la Carmen, e Tchaikovsky ne "La Regina di Spade".

Il suo talento di conduttore era ormai riconosciuto da tutti e in questa veste fece il suo debutto a Londra nel 1899 con la fantasia per orchestra "The Rock" abbinata al suo "Preludio in C Diesis minore" e l'elegia dalla stessa Opus.
Nell'anno 1900 iniziò a prendere appunti per il "Secondo Concerto", che presentò nell'ottobre dell'anno dopo.

In questo periodo compose più opere di quante ne avesse scritte fino ad allora: la "Seconda Sinfonia", il "Terzo Concerto" e parti del "Quarto Concerto", le opere "Il cavaliere avaro", "Francesca da Rimini", che insieme a "The Bells" e "The All-night Vigil" saranno le sue maggiori opere vocali. le sonate per pianoforte, un rifacimento del "Preludio per pianoforte" e oltre 70 canzoni. 

La sua carriera era ormai al massimo del successo come compositore, sia in Russia che in Inghilterra e negli Stati Uniti dove aveva scelto New York per il debutto del suo "Terzo concerto per pianoforte".

Dopo la Rivoluzione d'ottobre del 1917, Rachmaninov trovò l'atmosfera in Russia insopportabile. Le proprietà della famiglia erano state demolite dai rivoluzionari e Rachmaninov con i suoi familiari decisero di lasciare i tumulti della Russia.

Con un piccolo repertorio, composto dalle sue opere e da alcune di Chopin, Liszt e Tchaikovsky, accettò offerte per esibirsi in qualsiasi luogo e passò i successivi venticinque anni ampliando il suo repertorio ed esibendosi in tutto il mondo, cosa che limitò la sua attività di compositore.

Morì sulla collina di Beverly Hills (Los Angeles, California) il 28 Marzo 1943 mentre il mondo viveva in pieno la tragedia della seconda guerra mondiale.

 

Joseph Maurice Ravel nacque a Ciboure, il 7 Marzo 1875 nella regione Basca francese, ai confini con la Spagna, la madre era basca, e il padre svizzero. 

A sette anni studiava il piano e prima dei 13 anni componeva. I genitori per aiutarlo a sviluppare questa passione lo mandarono a studiare al Conservatorio di Parigi, prima per gli studi generali, ed in seguito come studente di pianoforte. 

Durante i 14 anni trascorsi al conservatorio, Ravel concorse, inutilmente, diverse volte, per il prestigioso "Premio di Roma", e fu proprio a causa di ciò che Ravel lasciò il conservatorio dal '95 al '98 per rientrarvi frequentando la classe di contrappunto e fuga (tenuta da Gédalge) e il corso di composizione affidato a Fauré, col quale terminò i suoi studi nel 1905.

A soli 24 anni ottiene un grande successo di pubblico con la "Pavana pour une infante défunte". In seguito collabora con S. Diaghilev, impresario dei Ballets Russes, creando il balletto "Daphnis et Chloé" che consacrerà il suo talento.

Ravel, come Debussy, appartiene al movimento impressionista, ma fu influenzato dal jazz americano, dalla musica asiatica e dalle canzoni popolari tradizionali di tutta Europa.

Durante la Prima Guerra Mondiale non potendo arruolarsi per la salute cagionevole, diventò un autista di ambulanza e tra il 1914 e il 1915 Ravel componeva un trittico per coro a cappella, eseguito nell’ottobre del 1917 al teatro Vieux-Colombier di Parigi, del quale esiste anche una riduzione per voce e pianoforte.

Composto nel 1920, il poema coreografico "La Valse" è una vera e propria apoteosi del valzer. Ravel lo scrisse dietro espressa richiesta di Djagilev, cioè nove anni dopo aver realizzato per l’impresario pietroburghese un altro balletto, quel "Daphnis et Chloé" che fu uno dei cavalli di battaglia dei Ballets Russes.

Nel 1928 Ravel visitò gli Stati Uniti e il Canada viaggiando in treno ed eseguendo concerti pianistici nelle principali sale da concerto di venticinque città, accolto con entusiasmo da pubblico e critica e si conquistò una laurea ad honorem a Oxford.

Conseguendo una continua e crescente simpatia da parte del pubblico, raggiunge il più clamoroso successo con il "Bolero"(1928), composto su richiesta della celebre ballerina franco-russa Ida Rubinstein.

Fra la musica di Ravel, di estrema piacevolezza e comprensibilità, è da ricordare: "Mamma oca", cinque pezzi infantili per pianoforte a quattro mani e poi per orchestra, ispirata a cinque favole di C. Perrault, due Concerti per pianoforte e Orchestra, di cui il secondo in re maggiore ha la caratteristica di avere la parte pianistica suonata con la mano sinistra (fu infatti composto per il pianista austriaco P. Wittegenstein, che durante la I guerra Mondiale era rimasto mutilato al braccio destro, ma aveva continuato coraggiosamente la carriera concertistica) e "L'ora spagnola", per il teatro.


Nel 1932 Ravel fu coinvolto in un incidente d'auto che lo ferì gravemente frenando sensibilmente la sua creatività. 

Nel 1937 sempre in seguito all'incidente, fu sottoposto ad un intervento chirurgico che gli fu fatale e Ravel morì a Parigi il 28 dicembre, 1937.

 

Igor Stravinskij, uno dei massimi compositori russi del Novecento, nacque a Oranienbaum,presso Pietroburgo nel 1882.

Figlio di un famoso cantante (basso), cominciò lo studio del pianoforte a nove anni, poi avviato agli studi universitari di legge, intraprese piuttosto tardi gli studi musicali quando incontrò il compositore Nikolaj Rimskij Korsakov, che oltre a dargli lezioni (fino alla morte nel 1908), pubblicizzò le prime composizione del "giovane" Stravinskij.

Un approfondito studio della composizione e l’appoggio di Korsakov, gli permise di elaborare ed eseguirei suoi primi lavori importanti, quali “Sinfonia in mi bemolle”, “Il fauno e la pastorella”, le due opere sinfoniche: "Feu d'artifice" e "Scherzo Fantastique", ma fu l’incontro nel 1908 con il famoso impresario Sergej Diaghilev, fondatore e direttore della Compagnia dei Balletti Russi operante a Parigi, a dare una svolta decisiva alla sua carriera.

Il primo frutto della collaborazione con Diaghilev, “L’uccello di fuoco” (1910), poi proseguita con capolavori come “Petruska” (1911) e “Sacre du printemps"(1913),un'evocazione rituale della Russia pagana, che segna una pietra miliare nella storia della musica contemporanea, rivelò al pubblico parigino, per il quale era stato scritto, un talento musicale straordinario.

In questi lavori Stravinskij mostra già di possedere una forte personalità e uno stile molto originale legati entrambi alla capacità di reinterpretare e rielaborare elementi folkloristici tradizionali della musica popolare russa.

La vasta risonanza che ebbero queste composizioni (compreso il fiasco registrato alla prima de “La sagra della primavera“ il 29 maggio del 1913) impose definitivamente Stravinskij come uno dei protagonisti del rinnovamento del linguaggio musicale

Con lo scoppio della prima guerra mondiale, Stravinskij lasciò definitivamente la Russia per stabilirsi a Ginevra, in Svizzera, dove compose musiche in cui introdusse elementi tratti da vari generi musicali tra i quali anche il jazz e, dopo il gigantismo orchestrale de “La sagra della primavera“, gli anni della guerra, videro la nascita di alcuni capolavori destinati all’esecuzione con piccole orchestre.

Nacquero così opere di teatro da camera quali “Rénard“, “L’histoire du soldat“,un insieme di parti recitate, parti suonate e parti ballate, “Les noces“, in cui il Stravinskij elaborò uno stile nuovo e originale, assai semplificato rispetto all’aggressività sonora dei balletti, il famoso “Ragtime” composto per un gruppo di undici strumenti, e “Piano rag Music“, tutti con chiari riferimenti stilistici alla musica jazzistica americana, o afro-americana, e sempre caratterizzata da uno sfondo di lucida, intellettualistica ironia.

La sua musica considerata da molti eccessivamente innovativa assunse un carattere stilisticamente perfetto in “Pulcinella” (1921), un balletto scritto rielaborando musiche erroneamente ritenute di Pergolesi, con il quale il musicista inaugurò la fase cosiddetta neoclassica della sua creatività, stile fondato sulla ripresa e sulla rielaborazione di musiche del Settecento.
A questo periodo appartengono lavori di straordinaria lucidità poetica, come i balletti “Apollon musagète” (1928), “Jeux de cartes” (1937), “Orpheus” (1947), l’opera-oratorio “Oedipus Rex” (1928), il “Concerto“, le due “Sinfonie” e numerosi altri fino all’opera “La carriera di un libertino” (1951).

Gli ultimi anni dell’attività di Stravinskij, che, dopo aver soggiornato a lungo in Europa, si trasferì negli Stati Uniti, sono caratterizzati dall’inatteso accostamento alle tecniche seriali ed alla musica dodecafonica.
Tra le composizioni di tale periodo si ricordano “Canticum sacrum” (1955), “Threni” (1958) e “Movements per pianoforte e orchestra” (1959).

Stravinskij morì quasi novantenne, a New York nel 1971) , ormai conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

 

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