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L'idea di discoteca è originaria dell'Europa e risale all'occupazione nazista in Francia. All'epoca era vietato suonare il Jazz, un genere nero e tipico degli Usa, nei locali e per questo motivo molte persone si riunivano per ascoltare le loro canzoni preferite su vinile. La cosa non aveva molto a che fare con la discoteca come noi la intendiamo, ma per la prima volta nella storia la gente usciva per ascoltare e ballare musica registrata.
In America questa idea fu esportata da un francese, Arthur che aprì la prima discoteca americana nei primi anni 60 e il suo primo dj fu un cameriere, Hyatt Magro. Questo nuovo atteggiamento verso il ballo divenne ancora più importante, alcuni anni anni dopo, con il British Pop invasion in un club di New York chiamato Electric Circus. Il suo dj Terry Noel diede un contributo enorme alla figura del disk jockey, che non era più solo uno che passa i dischi, associando le luci al ritmo e i dischi secondo generi e umori.
Ma la nascita del vero dj risale quasi sicuramente al club The Sanctuary ad opera di un italo-americano (guarda caso!) Francis Grasso: la folla andava in delirio per i perfetti accostamenti di ritmo e quei strani esperimenti di batterie e percussioni incrociate (anche se il Maestro non aveva ancora piatti col pitch!).
Nei primi anni 70 alcuni dj's di origine italiana sono protagonisti delle scene disco: Nicky Siano (divenuto in seguito resident del mitico Studio 54), inizia a proporre musica innovativa, come Love's Theme di Love Unlimited Orchestra, T.S.O.P. di M.F.S.B., mentre Dave Mancuso lancia uno sconosciuto singolo import, Soul Makossa di Manu Dibango: improvvisamente la Disco emerge dai clubs e diventa fenomeno di massa. George McCrae, Hues Corporation, Barry White raggiungono i vertici delle classifiche di tutto il mondo. Ma altre città dopo New York iniziano a proporre i loro artisti creando veri e propri filoni all'interno della Disco: Philadelphia lancia i già citati Mother Father Sister & Brothers (M.F.S.B.), Billy Paul, O'Jays, Harold Melvin & Blue Notes e tanti altri grazie alla label Philadelphia International fondata da Kenneth Gamble e Leon Huff, e da Miami la TK Disco sforna nomi come K.C. and the Sunshine Band, Jimmy Bo Horne, T-Connection, Foxy, Peter Brown, Anita Ward, etc.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Dj's ed i produttori divennero le stars di questo nuovo filone musicale, e tra quest'ultimi Tom Moulton che presentò un'innovazione notevole: lui inventò letteralmente il discomix (inizialmente chiamato "Giant 45") quasi per caso. Un giorno andò in sala per travasare in acetato i nastri di "I'll Be Holding On" di Al Downing ma i 7" erano finiti e col tecnico decisero di usare un 10"; durante il passaggio notarono con entusiamo che potevano aumentare il segnale di ben +6 dB e far suonare il pezzo con una dinamica molto più alta! la volta successiva usò direttamente il formato 12" incidendo il primo mix promo della storia: "So Much For Love" dei Moment of Truth. La sua idea creativa portò alla pubblicazione ufficiale del primo 12 pollici: " Ten Percent" dei Double Exposure uno dei singoli più venduti della storia della storia della Disco Music, su etichetta Salsoul. Fondata nel 1975 da Joe e Ken Cayre con la collaborazione del musicista latinoamericano Joe Bataan, con l'idea di unire ritmi latinoamericani con R&B, la Salsoul fu la prima label a distrubuire il mix sul mercato di massa. (originariamente i 12" erano un supporto promozionale solo per dj's). Tom Moulton aveva cominciato a mixare due 45 giri della stessa canzone per creare versioni più lunghe e finalmente il pubblico poteva acquistare anche le sue creazioni elaborate e remixate su vinile. Le sue idee pioneristiche iniziate col medley di 3 canzoni mixate nel primo album di Gloria Gaynor, "Never can say goodbye" diedero il via ad una nuova industria di produzione e remixing che diede un nuovo slancio alla Disco. Tom ricostruiva completamente le canzoni allungando e ripetendo le migliori parti, ampliando, quindi notevolmente lo schema del pezzo: basti pensare a More More More di Andrea True Connection o la soprendente long version di Disco Inferno dei Trammps o ancora Instant Replay di Dan Hartman.

Nella tarda metà dei '70 il contagio tocca anche l'Europa e dal Vecchio Continente arrivano i primi hits : "Love to love you baby" di Donna Summer, prodotto da Giorgio Moroder fu il brano più lungo della Disco Music (17 minuti e passa) consacrando la giovane artista come Disco Queen dei clubs.
Il genere stava influenzando notevolmente la società ed alla fine del 1977 il film " Saturday Night Fever " trasformò la musica di discoteca in una moda che contagiò tutti i giovani del periodo: grande successo per il film, la sua colonna sonora e consacrazione definitiva per l'interprete principale John Travolta.

New York continuava ad essere sempre al centro del mondo della Disco grazie anche a due discoteche molto influenti: il Paradise Garage e lo Studio 54. La prima era l'esatto opposto della seconda: il Paradise suonava Disco underground mixata da Larry Levan e ospitava Vip che ballavano indisturbati mescolati a gente normale; mentre lo Studio 54, che proponeva disco music di successo mixata da nomi come John Jellybean Benitez, Tony Carrasco e Tony Humphries, era il grande club delle Stars (Michael Jackson, Calvin Klein, Brooke Shields, etc.) ed accedervi era difficilissimo a causa della rigida selezione all'ingresso.
L'industria discografica macinava successi uno dopo l'altro: Chic "Le Freak" e Good Times, Sister Sledge "He's The Greatest Dancer" e "We Are Family", Disco-Tex & The Sex-O-Lettes "Get Dancin'", Rose Royce "Car Wash", Bell & James "Livin' It Up [Friday Night]", Wild Cherry "Play That Funky Music", The Trammps "Disco Party" e "Disco Inferno", Silver Convention "Fly, Robin, Fly", Tavares "It Only Takes A Minute" e "Heaven Must Be Missing An Angel", Musique "In The Bush" e "Keep'on Jumpin", Inner Life "I'm Caught Up (In A One Night Love Affair)", Andrea True Connection "More, More, More" e What's Your Name What's Your Number", Lipps Inc. "Funkytown", sono solo alcuni esempi dei tormentoni dell'epoca.
Verso la fine degli anni '70 tutti erano consapevoli della forza della Disco e anche grandi artisti rock come i Kiss (" I Was Made For Lovin' You "), Cher (" Take Me Home "), Rod Stewart (" Da Ya Think I am Sexy ?") e addirittura i Rolling Stones (" Miss You ") rivitalizzarono le loro carriere grazie alla nuova moda musicale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

Nel 1979 stava arrivando l'inizio della fine: alcune persone iniziarono ad attaccare apertamente la Disco, creando un vero e proprio movimento il cui unico scopo era: Kill Disco! Il loro motto pubblicitario fù: " Disco Sucks"!" e il punto di svolta arrivò nel luglio del 1979 durante il " Disco Demolition " nel Parco di Comiskey di Chicago. Il dj radiofonico Steve Dahl invitò gli ascoltatori a portare i loro dischi di Disco Music allo stadio. Il culmine si ebbe con l'esplosione di una enorme pila di dischi che bruciava accompagnato dal canto "Disco Sucks". Questa campagna era una più una reazione del macho bianco contro la liberazione dei gay e l'orgoglio nero che una reale avversione verso la musica da discoteca. Il dj Steve Dahl (che lo possino!) è accreditato da molti per avere fatto finire l'era della Disco Music..

Nel 1980, Disco era divenuta una parola tabù e per la gente era diventata un modo per definire uno stile di ballo più che un genere musicale. Le radio che per anni l'avevano trasmessa tutto il giorno, tornarono ai loro vecchi formati mentre un altro grave problema stava dando il colpo di grazia: l'AIDS che provocò la morte di molti artisti, produttori, e stars che orbitavano nel mondo delle discoteche. Nonostate ciò, la Disco sopravvisse grazie a clubs come il già citato Paradise Garage e the Saint, che la riportarono di nuovo nell'underground e da lì lentamente, con l'aiuto di nuovi strumenti e tecnologie, dj's e produttori iniziarono a creare e a sperimentare nuovi suoni basati sulla Disco: Grandmaster Flash dava il suo contributo ad una teoria di mix veloce e rap creando le basi dell'hip hop e Frankie Knucles di Chicago, Larry Levan e Tony Humpries di New York diedero vita ad un genere che avrebbe continuato la vita della Disco fino ai nostri giorni.
La Disco Music non morì: si evolse semplicemente in qualcosa di nuovo chiamata House Music...

 

RADIO MIX DISCO 70

3 ORE ININTERROTTE DI DISCOMUSIC MIXATA

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