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Dopo il suicidio di Jan Curtis, i restanti membri del gruppo dei Joy Division, formarono a Manchester i New Order, una band che dettò una nuova tendenza, unendo lo spirito malinconico e le atmosfere dark wave a delle sonorità di chiara matrice elettropop. Dopo il 1983, anno d’incisione del fortunatissimo singolo “Blu Monday”, il gruppo iniziò a sperimentare percorsi elettronici che viravano verso un sound più melodico e dance, sonorità che manterranno in tutte le loro future produzioni.   

i New Order svilupparono presto un loro sound distintivo, affrancandosi dall’immaginario più “dark” e new wave dei Joy Division ed approdando ad una cifra più electro, dance e pop. Finiranno per rappresentare in qualche modo l’opposta faccia dell’inferno curtisiano, sublimandolo verso un eden di comunicabilità e coloratissime intuizioni.

Ancora indecisi sulle prospettive, riprenderanno in mano le bozze dell’ex cantante e daranno alle stampe il primo Movement, prodotto da Martin Hannett - loro collaboratore dai tempi dei Joy Division - e dal sound ancora molto legato allo stile dark e melancolico che caratterizzava la loro precedente incarnazione.

Il cambio di prospettive arriverà solo attraverso i successivi singoli, Everything’s Gone Green, Temptation e soprattutto Blue Monday, realizzata insieme al mago della electro music americana Arthur Baker: una cavalcata tutta pulsioni elettroniche debitrici a pionieri come Kraftwerk e Giorgio Moroder, ma dotata di una forza melodica che finirà per renderla uno dei modelli principali di scrittura pop per tutti gli anni 80 ed oltre.

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