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L’House Music è un genere musicale da ballo, nato nei primi anni ’80, che ha le sue radici nella disco music, nel soul e nel funky. Questo stile musicale ebbe origine a Chicago, per opera del dj Frankie Knuckles, che fu il primo a sperimentare questo nuovo percorso musicale che ha, tra le caratteristiche principali, il mixaggio tra due dischi portati allo stesso tempo e alle stesse battute. In questo genere sono racchiusi molti stili di musica elettronica da ballare generati da drum machine e sampler elettronici, che vanno ad una velocità che varia dai 120 ai 135 bpm (battiti al minuto), accompagnati da profonde linee di basso e sofisticati innesti vocali. Verso la metà degli anni ‘80 la musica house raggiunse una discreta popolarità anche in Europa, soprattutto ad Ibiza, isola spagnola nota per la movimentata vita notturna nei club, e in Inghilterra grazie all’apporto del dj Paul Oakenfold, che importò il suono di Chicago nelle più importanti discoteche di Londra e di Manchester. Nel giro di breve tempo la musica house divenne un fenomeno di massa dividendosi in moltissimi sottogeneri di nicchia, caratterizzati da sonorità e ritmiche molto diverse tra loro. Negli anni ‘90 l’house raggiunse l’apice del successo commerciale e spessissimo veniva ballata nelle discoteche accompagnata dall’assunzione di Ecstasy, una droga chimica che divenne il simbolo del movimento.

 Tra i principali dj che hanno fatto la storia della musica house segnaliamo: Frankie Knuckles, Dj Pierre, Paul Oakenfold, Tony Humphries, David Morales, Roger Sanchez, Erik Morillo, Danny Tenaglia, Joey Negro, Robbie Rivera, Bob Sinclair, Pete Tong, Dimitri From Paris, Tod Terry, JT Vannelli, David Guetta, Ted Patterson.

 

IL PIU' GRANDE FENOMENO DA    BALLO DOPO LA DISCO MUSIC

 

 

Gli artefici della nascita dell' House nella grande mela furono quindi insieme a produttori discografici dell'epoca alcuni tra i resident D.J. dei Club di maggiore tendenza in quegli anni, (basti pensare allo studio 54 o il Sound Factory), personaggi come si è detto del calibro di Frakie knuckles, e successivamente Todd Terry, Kenny "Doope" Gonzales, Little Luis Vega e David Morales, oggi tutti producers/remixers dei più famosi artisti internazionali da Madonna a Michael Jackson.

Molti sono stati,  nel corso degli anni, nelle produzioni house i richiami alla musica nera non solo per le sonorità blues e soul, che spesso hanno ispirato le sezioni ritmiche dei brani, ma anche e forse principalmente per le palesi affinità con il gospel e gli spirituals delle tracce cantate. E molti sono stati i casi in cui queste tracce sono state cantate da Vocalist che hanno iniziato la loro attività come coriste di gospel, per poi perfezionare la loro tecnica con il jazz e il blues, come ad esempio Marta Wash, Jaceline Brown, barbara Tucker ed altre ancora.

L' house music si è poi trasformata nel corso degli anni modificandosi in funzione delle nuove tendenze e dando origine a diverse "branchie" musicali ognuna delle quali con una propria anima e una propria nicchia di mercato. le più diffuse sono l'underground, la progressive, la dream music (derivante dalla progressive), la trance, la jungle. Sono inoltre da segnalare  i numerosi richiami dell' house riscontrabili nella nostra dance "commerciale" che ha un suo mercato internazionale di tutto rispetto.

 

 

Nel 1986 il genere diventa popolare in tutto il mondo anche se ancora il termine “House music” era poco usato. Nell’estate di quell’anno “I Can’t Turn Around” del progetto JM Silk diventa il primo disco house che arriva alla numero uno della classifica dance di Billboard. Nello stesso periodo diventò famosa nelle discoteche “Move Your Body” di Marshall Jefferson: il primo disco house importato in Europa. A livello internazionale la svolta decisiva avvenne quando tra gennaio e febbraio 1987 “Jack Your Body” di Steve “Silk” Hurley arrivò alla prima posizione della UK Chart (è stata anche la terza canzone house ad avere un videoclip dopo “Love Can’t Turn Around” e “Shadows of your Love“).

 

 

 

 

 

 

 

 

In Europa la musica house iniziò a diffondersi già dal 1986 in Inghilterra. Nel frattempo anche a Ibiza, già nota da fine anni settanta per la sua vita notturna, il nuovo suono di Chicago si era diffuso in numerose discoteche come l’Amnesia, dove veniva suonato in party all’aria aperta e accompagnato dall’assunzione di ecstasy, droga che divenne simbolo delle discoteche.L’anno chiave per l’esplosione dell’house in Inghilterra fu il 1987 quando dj come Paul Oakenfold e Danny Ramplingimportarono il suono di Ibiza nelle discoteche britanniche, in particolar modo a Londra (Shoom) a Birmingham (Heaven, il Future, Spectrum e ilPurple Raines) e Manchester (Hacienda). L’anno seguente la moda dell’acid house, e con essa il consumo di ecstasy, si diffuse a macchia d’olio in tutto il paese diventando un vero e proprio fenomeno culturale giovanile. Uno dei tratti caratteristici di questa “Second Summer of Love” (come fu definita dai mass media) furono i rave party, manifestazioni musicali molto spesso illegali organizzate all’interno di aree industriali abbandonate o in spazi aperti, che divennero in breve tempo un problema di ordine pubblico nella rigida Inghilterra dell’epoca Thatcher. Nonostante l’origine dei rave party illegali sia avvenuta all’interno della scena house, negli anni successivi la musica ascoltata all’interno di essi è diventata la techno con i suoi sottogeneri, mentre la house ne è stata esclusa.

Nel 1991 a Londra si inaugurerà il Ministry of Sound che con gli anni diventerà la discoteca più famosa del Mondo per la cultura della House e della Dance in generale.

 

 

 

 

 

Il genere è caratterizzato da una metrica in 4/4 con cassa in battere su ogni quarto, arricchita talvolta da figurazioni ritmiche più elaborate. Una presenza fissa è lo “snare” (rullante) sui battiti pari e un “hat” (piatto) in controtempo, per accompagnare giri di basso in una o due battute. Ilbasso può essere acustico, elettrico o anche sintetico. Questa sezione ritmica fa da base per la parte melodica che è composta diversamente a seconda dei generi ma che ha elementi comuni come la presenza di semplici fraseggi melodici di pianoforte, chitarra acustiche o elettrichefunky o jazz, complessi assoli di fiati, cordofoni e linee vocali con influenze funk e soul. La frequenza metronomica è tipicamente di 105/110bpm con punte di 130/132. In media le canzoni house sono suonate intorno ai 125 bpm.[2]

La stesura di un pezzo house inizia quasi sempre con un “introduzione” composta dai soli suoni di batteria, che culmina in una pausa fatta di soli “pad” (in italiano detti “tappeti armonici”: suoni elettronici di accompagnamento), fino a giungere al tema principale, con le sue variazioni. Segue poi pausa di lunghezza maggiore, respiro ed infine un nuovo tema centrale (magari ripetendo piu volte il ritornello) e una coda per chiudere il pezzo. L’introduzione e la coda sono parti fondamentali perché permettono ai Dj di mettere due pezzi in sequenza senza che il pubblico possa avvertire il cambiamento.

LA POPOLARITA' DELL'HOUSE

L'INIZIO DEL SUCCESSO IN EUROPA

 

 

Soprannominato "The Godfather of House Music" Frankie Knuckles è stato il più influente produttore musicale e dj dell’ultimo trentennio. Knuckles, come la maggior parte dei DJ, non era un artista da album, la sua carriera conta solo due dischi completi: “Beyond the Mix”, del 1991, e “A New Reality”, del 2004.”Beyond the mix” contiene probabilmente la canzone più nota di Knucles: l’entusiasmante “The whistle song”, che tantissimi DJ ancora usano per far prendere fiato alla gente in mezzo a mix più energici. Ma questa scarsità di dischi lunghi difficilmente offusca la sua eredità, che è stata costruita a partire dai suoi dj set e una serie di singoli colma di produzioni originali e remix di canzoni dei più grandi artisti: ha reinventato con successo le canzoni di Michael Jackson, Madonna, Diana Ross, Depeche Mode e Whitney Houston, solo per citarne alcuni.

 

CARATTERISTICHE DELL'HOUSE

 

L’acid house è stata la più grande rivoluzione giovanile a colpire la Gran Bretagna dopo gli anni Sessanta lasciando ai posteri un panorama culturale radicalmente mutato. l’impatto che ebbe su moda, cinema e design fu  fortissimo.  Le radici di questa rivoluzione affondavano già nel terreno fertile dei primi anni Ottanta, ma quando iniziò davvero ad ingranare, alla fine del 1987, ci mise poco più di sei mesi per passare da un manipolo di pochi adepti a una diffusione su scala nazionale. I “warehouse parties” arrivarono a contare ventimila raver entro l’estate del 1988. La musica era un aspetto meno che secondario. Ma la devastante combo acid house-ecstasy restituì vigore alla scena, riportando le piste da ballo ad infiammarsi. L’ecstasy cambiò l’aspetto e il carattere delle persone, i DJ diventavano delle divinità e la gente iniziò a venerarli per il solo fatto che mettessero dischi. A Londra, DJ pionieri come Maurice e Noel Watson al Delirium, Colin Faver e Eddie Evil Richards al Camden Palace, Jay Strongman e Mark Moore all’Heaven e Dave Dorrell al RAW, furono i primi a suonare musica house, ma fu solo con l’arrivo dell’ecstasy a cavallo tra l’87 e l’88 che le cose iniziarono a farsi serie. Una nuova generazione di club come lo Shoom di Danny Rampling, il The Trip di Nicky Holloway e lo Spectrum di Paul Oakenfold formarono lo zoccolo duro della scena della capitale, parallelamente all’Hacienda di Manchester e il Jive Turkey di Sheffield, La velocità con cui l’acid house esplose nell’estate dell’88 sorprese tutti. Inizialmente fu grazie al passaparola: chi sperimentava questi party a Londra, Manchester e Sheffield ne usciva cambiato e sentiva un disperato bisogno di evangelizzare la sua illuminante esperienza, facendo cosi levitare i numeri di settimana in settimana.

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