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Gli  Electric Light Orchestra esordirono nel 1971 pubblicando l'ononimo album "Electric Light Orchestra". un disco a metà tra suoni beatlesiani e riferimenti all'art pop music.

Con il secondo album , "Electric Light Orchestra II" (1973), la band continua a voler giocare sull'equivoco tra musica classica e rock'n'roll, andando anzi alle fonti di questa relazione pericolosa, con una cover ultra barocca di "Roll Over Beethoven" di Chuck Berry.   ELO II è  penalizzato dalla produzione di Lynne, che non riesce a governare i mastodontici arrangiamenti, ottenendo anzi effetti cacofonici. Va molto meglio con "On The Third Day" (1973), che da un lato accentua ancora, se possibile, i riferimenti ai Beatles, ma che dall'altro rilegge in maniera briosa le composizioni del norvegese Edvard Grieg. Il vero salto di qualità viene compiuto nel 1975, con l'ingresso nella formazione del vocalist e bassista Kelly Groucutt, che dà alla ELO un suono radiofonico orientato alla disco music, pur mantenendo gli arrangiamenti neoclassici. Non a caso "Face The Music" (1975) è il primo album di Lynne e compagni ad arrivare nella top ten delle chart statunitensi. È il preludio del trionfo di "Discovery" (1979), un lavoro che contiene una serie incredibile di hit da capogiro, a partire dalla rara incursione nel rock di "Don't Bring Me Down" (che è sostanzialmente il primo singolo della ELO senza archi), a "Last Train To London" e "Midnight Blue". A ruota dell'album arriva la colonna sonora di "Xanadu", il film reso celebre dall'interpretazione di Olivia Newton-John. È forse l'apice della parabola del successo di Lynne e compagni, che svoltano negli anni Ottanta verso un suono sintetico, in cui le tastiere analogiche la fanno da padrone. Un cambiamento che il pubblico, a partire da "Secret Messages", non accetterà di buon grado. Nel 1986 la band, ormai ridotta a un trio, realizza un disco di sinth-pop, "Balance Of Power", che sarà anche l'ultimo lavoro in studio della prima fase della ELO. Lynne infatti formerà con Bevan un altro gruppo, chiamandolo Electric Light Orchestra, Part II e più recentemente, nel 2001 ricreerà la ELO, con Talby e nuovi musicisti. Nessuna di queste operazioni produrrà però la magia sonora degli album dei primissimi anni Settanta.

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