top of page

A partire dagli anni Trenta/Quaranta, quella che via via andava definendosi come la prima American Folk Music, venne influenzata da altri ‘Sound’, i più importanti possiamo elencarli nei nomi di Cowboy Music, Western Swing, Honky Tonk.
E’ doveroso dedicare almeno qualche riga ai sopracitati generi.

Cowboy Music: anche se sarebbe più corretto definirla Western Music poiché le ballate che narravano del mitico Ovest e della sua scoperta/conquista, vennero anche prima dell’avvento dell’american cowboy; dagli anni Trenta/Quaranta il sempre più fiorente mercato cinematografico prese a produrre, tra i suoi filoni, anche film Western dove la figura del cowboy veniva romanzata ottenendo un successo sempre maggiore. Il lavoro del cowboy, la vita all’aria aperta nelle praterie infinite, gli amori, le perdite, confluivano in ballate che ancora oggi vengono conosciute e cantate; fra le prime icone è doveroso ricordare Gene Autry, Roy Rogers ed i Sons of the Pioneers. Numerosi cantanti Country sfruttarono questo filone e col tempo ecco che Country e Western Music vennero etichettate sotto lo stesso nome, da qui, e per molti anni, ecco la denominazione Country&Western. Dopo gli anni Sessanta la musica del West e dei cowboys iniziò a subire un lento declino, per poi riprendersi in tempi recenti con il sopraggiungere sulle scene Country di nomi quali Marty Robbins, Chris LeDoux, Don Edwards, Michael Martin Murphey.

Western Swing: nato negli anni Venti/Trenta come puro genere di intrattenimento nelle sale da ballo, vedeva un forte uso di fiddle e chitarre; inizialmente non aveva questo nome, ma semplice ‘dance music’. Fu poi grazie alla hit "It Don't Mean a Thing (If It Ain't Got That Swing)" e all’inventiva di alcuni manager dei primi gruppi che ebbero successo, che il termine Western Swing nacque. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il genere andò pian piano declinando, per poi tornare in voga dopo gli anni Settanta, soprattutto in Texas, grazie a nomi quali Willie Nelson e Asleep At The Wheel. L’introduzione della steel guitar nel genere Country, si deve proprio al Western Swing i cui padri e maggior esponenti furono Bob Willis e Milton Brown.

 

 

Honky Tonk: da dove derivi il nome è ancora un bel mistero, vi sono varie interpretazioni, ma nella cultura generale, soprattutto del Southwest, l’honky tonk è un bar dove vendono alcolici e dove si balla accompagnati da musica da piano o da piccole band. E proprio da questi sound e queste ballate, che raccontavano di amori, tradimenti, delusioni, sbornie e scazzottature, nasce quello che viene definita Honky Tonk Music. Gli strumenti che la caratterizzavano erano chitarra, fiddle e steel guitar; le voci dei cantanti erano spesso lamentose, anche per meglio sottolineare gli argomenti di cui cantavano. Negli anni del dopo Guerra, l’Honky Tonk intraprese una strada più commerciale grazie soprattutto ad Ernest Tubb ed al Grand Ole Opry (trasmissione radiofonica leggendaria, che va in onda dal 1925). I più grandi esponenti di questo genere, oltre al già citato Tubb, sono Webb Pierce, Lefty Frizzell, Hank Locklin e soprattutto Hank Williams Sr che ebbe un enorme impatto sul pubblico e che del genere fu un grande innovatore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Dalla famosa Bristol Barn Session di fine anni Venti agli anni Cinquanta, la Country Music ha conosciuto la propria nascita, la propria evoluzione con l’apporto e l’influenza di altri generi ‘popolari’ nati nel Nuovo Mondo grazie all’arrivo degli immigrati ed alle loro vaste e varie culture. Da musica di nicchia, racchiusa in determinati luoghi (Appalachi, Nord America), a musica che ha saputo conquistare l’intera nazione, raccontando di vita lavorativa, ribellione, sacrificio, amori, tradimenti ed anche alcolismo e tragedie quotidiane. Ma l’evoluzione di quella che inizialmente venne denominata Hillbilly Music non era ancora finita.
Infatti, gli anni sul finire del 1950 ed i primi del 1960, videro la nascita del così detto Nashville Sound. Fondato a Nashville come un sottogenere della Country Music, tese a rimpiazzare lo stile Honky Tonk che era divenuto molto celebre negli anni Quaranta e Cinquanta.
Un gruppo di produttori e talent-scout di alcune delle più importanti case di produzione (come RCA Records e Columbia Records) diedero vita al Nashville Sound eliminando elementi fondamentali per l'Honky Tonk come fiddle e steel guitar per sostituirli con elementi appartenenti alla musica Pop degli anni Cinquanta come chitarre elettriche e impostazioni vocali tipiche del crooning (tra i più famosi crooners Frank Sinatra e Dean Martin).
Molti artisti inizialmente Country si trovarono a proprio agio in questa nuova corrente Pop, sfornando numerose hit ed anche rinvigorendo le proprie carriere. Fra i nomi possiamo ricordare Jim Reeves, Patsy Cline, Eddy Arnold, Lynn Anderson, Conway Twitty, Don Gibson, Ray Price, Dotty West, Charlie Rich, Glen Campbell, Dolly Parton.
Il Nashville Sound, fusione fra Country e Pop, iniziò a spopolare sempre di più e se inizialmente la fusione
era tuttavia leggera e diciamo indolore, più le vendite aumentavano e più l'incursione Pop e di seguito Rock
‘stravolsero’ la Country Music per come era nata negli anni Venti donandole un nuovo aspetto.
Emblematica la frase di Chet Atkins, produttore e chitarrista di gran fama che assieme a Owen Bradley
diede vita al Nashville Sound: "That's what it is. It's the sound of money."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Ciò che aveva iniziato il Nashville Sound venne successivamente ampliato negli anni Settanta/Ottanta: mentre da una parte il Country tradizionale stava subendo un calo di interesse pubblico, ecco che, seppur zoppicando almeno sul nascere, vide la luce il Country-Pop, o anche detto Countrypolitan, figlio del già citato Nashville Sound. Artisti come Ronnie Milsap, Kenny Rogers, Crystal Gayle, spopolarono in questa nuova ‘versione’ della Country Music.
Tuttavia il periodo tra gli anni Settanta ed Ottanta non fu molto roseo, nonostante la nascita del Countrypolitan ed il proseguire di quelle correnti che, a suo tempo, si contrapposero alla strada intrapresa dal Nashville Sound. Tra queste correnti è d’obbligo ricordare il Bakersfield Sound (nato, appunto, a Bakersfield in California; tra i suoi più grandi interpreti nomi come Buck Owens, Merle Haggard, Dwight Yoakam) e l' Outlaw Country (nato negli anni 60 e 70 in Texas e portato in essere da artisti del calibro di Waylon Jennings, Willie Nelson, Kris Kristofferson, David Allan Coe, Sammi Smith, Jessi Colter; l’Outlaw si rifaceva ad un sound più originale, più 'alla Jimmie Rodgers').

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Una nuova ventata di popolarità arrivò infine negli anni Novanta, con la nascita del figlio del Countrypolitan, ossia quello che oggi si definisce New Country.
Il New Country, un melting-pop dove batterie e chitarre elettriche e tematiche alquanto all’acqua di rose primeggiano, vede nella sua massima espressione nomi quali Garth Brooks, Tim McGraw, Keith Urban, Kenny Chesney, Shania Twain, Faith Hill, Carrie Underwood, Brooks&Dunn, Montgomery Gentry, Toby Keith e molti altri nomi che sotto la bandiera di un Country nuovo e rivisitato in chiave Ventesimo secolo, veleggiano in realtà verso sonorità chiaramente sempre più Pop e Rock.
Altri artisti, purtroppo sempre meno, cercano tuttavia di rimanere ancorati ad un Sound più tradizionale e meno Pop; fra questi artisti Neo-Traditional occorre citare George Strait, Alan Jackson, Randy Travis, Ricky Skaggs.
Per semplificare la compresione delle varie ere del Country, alcuni fanno la semplice distinzione fra Old Country (tutto ciò che è avvenuto prima degli anni Settanta/Ottanta) e New Country (tutto ciò che è venuto dopo tali date ed ancora viene oggi).
Usando queste due semplici terminologie forse si riesce un poco meglio a capire cosa è stato, e che era legato ad un suono più tradizionale, e cosa è divenuto e diverrà soprattutto con l’influenza di tutte quelle nuove e moderne, e spesso anche ‘sterili’, sonorità contemporanee.

 

bottom of page